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E’ un argomento di cui non si vorrebbe mai parlare, perché mai si vorrebbe che accadesse, e ciò tanto da parte di chi, possiamo così dire, subisce le conseguenze dirette, ovvero il lavoratore ed i suoi familiari, quanto da parte di chi ne subisce le conseguenze indirette, ovvero, esclusi gli Enti come le Aziende Sanitarie Locali (ASL) e l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), il datore di lavoro dell’infortunato, inteso quest’ultimo sia quale persona giuridica (società) che quale persona fisica (legale rappresentante della società medesima). In questi anni, ciò nonostante e purtroppo, si è parlato e si continua a parlare molto di infortuni sul lavoro; è un fenomeno, malgrado il progresso culturale oltre che tecnologico che ha caratterizzato la nostra società in questo ultimo secolo, tutt’altro che sporadico.

I numeri, 914.600 infortuni denunciati all’INAIL nel 2007, ed i costi, oltre 45.000 miliardi di euro all’anno (circa il 3,2% del nostro Prodotto Interno Lordo – PIL), suddivisi questi ultimi unicamente tra assicurativi, per interventi e dispositivi di prevenzione e risarcitori, fanno assurgere il fenomeno ai massimi livelli di rilevanza sociale.

Infortunio sul lavoro