In un regime di libera concorrenza, tra i vari fattori di possibile riferimento, ciò che distingue e per il fatto stesso premia il singolo operatore commerciale è la qualità del servizio offerto. L’assunto, elementare, forse addirittura banale ove inserito in un contesto privatistico, non può dirsi altrettanto contraddistinto da analoghe logiche “certezze” ove ricondotto in ambito pubblicistico.
Anche alla luce del decreto legislativo 30 luglio 1999, n 286 “Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59.”, infatti, non pochi Enti Pubblici, per motivi diversi tra loro, evidentemente condizionati dal contesto territoriale, finanziario e sociale in cui operano, non riescono che a perseguire in modo primario la ricerca finalizzata ad una mera contrazione dei costi anziché quella rivolta allo sviluppo scientifico ed alla qualità del servizio.